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I Disturbi

La Dislessia
Succhielli e Bourcier hanno definito il concetto di "universo disorientato del dislessico"per spiegare che in realtà la difficoltà nella lettura non è che l'apice di un disturbo che coinvolge la relazione del soggetto dislessico con il mondo e in modo particolare con la sua interpretazione.
L'universo del dislessico in questo senso si caratterizza per una particolare instabilità e ambiguità: i valori delle cose, la loro posizione, i significati percepiti isolatamente ai contesti di riferimento.

Si individua nell'incapacità di leggere e può essere afasica o agnosica.
Nell'afasica il soggetto non riesce a leggere le parole nell'agnosica invece non riesce a riconoscere le lettere in quanto simboli grafici.

Succhielli e Bourcier hanno definito il concetto di "universo disorientato del dislessico" per spiegare che in realtà la difficoltà nella lettura non è che l'apice di un disturbo che coinvolge la relazione del soggetto dislessico con il mondo e in modo particolare con la sua interpretazione.
Ci possono essere infatti all'origine problemi diversi: una cattiva lateralizzazione, un mancinismo contrariato, turbe affettive, insufficiente strutturazione spazio temporale.

L'universo del dislessico in questo senso si caratterizza per una particolare instabilità e ambiguità: i valori delle cose, la loro posizione, i significati percepiti isolatamente ai contesti di riferimento. Tutto questo genera incertezza cotante come atteggiamento di base, il soggetto disessico spesso tende a delegare ad atri le scelte ciò deriva da questa difficoltà di interpretare il mondo codificato nel segno scritto; ciò comporta perdita di fiducia nelle proprie capacità.

L'incertezza come connotazione di fondo del modo di essere nel mondo del soggetto dislessico, finisce per determinare un'incapacità di comprendere e controllare lo spazio e il tempo a livello di azioni e sul piano verbale: l'atteggiamento è quello di ricerca costante nell'impossibilità di far riferimento a punti fermi, a valori stabili a significati non ambigui.

Gli stessi reperti spaziali ad esempio, sono costruiti solo in relazione alla posizione costante di alcuni oggetti negli ambiti familiari (un particolare mobile in un locale, un albero o un segnale in una strada, un accessorio come ad esempio un orologio) e definiscono quale sia la destra e quale la sinistra. Questo provoca l'impossibilità di esportare l'orientamento spaziale in contesti diversi o in quello consueto se avvengono cambiamenti.

L'organizzazione spaziale si lega alla capacità di rispettare e riconoscere l'orientamento destra/sinistra, ciò permette di leggere e riconoscere una parola perché il segno grafico si interpreta attraverso un procedimento di riconoscimento che prevede il rispetto delle regole di orientamento spaziale.
In questo senso la capacità di leggere è legata a prerequisiti generali relativi all'adeguatezza e all'armonica integrazione delle funzioni di base: capacità percettive, memoria, attenzione, lateralizzazione, orientamento e organizzazione spazio/temporale, competenze psico motorie e processi logici.

La lingua scritta si basa su un gioco continuo di cambiamento di significati legato alla manipolabilità/trasformazione dei significanti (le parole) e al posto che essi assumono nella catena di relazioni del testo scritto. Cambiare posto a un termine significa cambiare il significato dell'intera struttura e dunque la capacità di comprendere appieno quel termine è legata a quella di vederne le molteplici variazioni di significato anche in base alla sua collocazione all'interno di una frase.

I soggetti che hanno difficoltà di lettura si possono raggruppare nelle seguenti categorie:

1. insufficienti mentali anche non gravi
2. coloro che anche se traducono i segni in suoni non riescono a percepirne i significati
3. chi manifesta un ritardo generale di apprendimento che può avere origini psicologiche: modelli di riferimento errati ecc.
4. coloro che pur comprendendo i significati delle parole non sono in grado di decodificare i segni grafici: a questa categoria appartengono i dislessici

 


Con il termine lateralità, ci si riferisce sia alla conoscenza dei lati destro e sinistro del corpo che all'uso abituale e privilegiato di un emicorpo rispetto all'altro.
Il termine lateralità comprende anche l'aspetto della dominanza emisferica corticale che riguarda l'organizzazione emisferica cerebrale: uno dei due emisferi risulterebbe dominante rispetto all'altro e in esso si organizzerebbero prevalentemente funzioni gnosiche, prassiche e del linguaggio. Ma più che di dominanza si preferisce parlare di prevalenza funzionale di un emisfero.
Per lateralità dunque, intendiamo l'uso abituale di un'occhio, una mano, un piede posti su uno stesso lato del corpo. La lateralità si organizza fin dai primi mesi di vita e si conclude intorno ai 6-8 anni. La coscienza da parte del bambino di essere costituito da due parti simmetriche e di preferire una di esse è parte fondamentale dello schema corporeo.
Per lateralizzazione s'intende sia il processo attraverso cui si sviluppa la lateralità sia la capacità di individuare la destra e la sinistra sul corpo dell'altro e di proiettare questi rapporti rispetto agli oggetti e allo spazio in generale. E questo è imprescindibile per un completo e corretto sviluppo psicomotorio. Qualora questo sviluppo risulti distorto o incompleto, ne risente l'orientamento e il movimento nello spazio, il linguaggio, la scrittura, la lettura, il disegno.