Azulejos
Gli Azulejos sono uno degli elementi decorativi più interessanti e originali dell’architettura portoghese: sono piccole piastrelle quadrate di ceramica dipinta usate per decorare gli interni e gli esterni dei palazzi. La loro produzione arrivò in Portogallo dalla Spagna e dal Marocco dalla metà del XV secolo. In un primo tempo, legati alla tradizione moresca, venivano decorati con motivi geometrici. Dalla fine del XVI secolo, grazie all’influenza della maiolica italiana, che si diffonde rapidamente nella penisola iberica, ed in seguito dell’arte fiamminga, gli azulejos cominciarono ad essere dipinti come vere e proprie tele, raffigurando scene religiose e di vita mondana, e insieme all’assoluta monocromia azzurra si cominciarono a produrre anche composizioni policrome.
Sul finire del XVI si assiste ad una particolare evoluzione di quest’arte: il passaggio da una produzione realizzata da artisti eruditi, alla produzione artigianale; da un lato questo comportò una certa ingenuità nel disegno, ma dall’altro permise l’utilizzo di temi cari alla tradizione popolare.
Dopo un fiorente periodo barocco e in seguito neoclassico che videro una elegantissima produzione di opere di altissimo livello sia pittorico che architettonico, nel perfetto equilibrio con gli edifici decorati, dal 1850 la produzione degli Azulejo si allargò all’industria e cominciarono ad essere prodotte piastrelle di semplice rivestimento, che persero il valore artistico che avevano conservato fino ad allora.
Dall’inizio del XX secolo compaiono interessanti decorazione in gusto Liberty ma ormai quest’arte è sempre più distante dall’architettura, ed è oggi sempre più legata alla produzione di artisti che ne sfruttano l’originalità e le potenzialità di innovazione espressiva, ignorando però un qualsiasi legame con l’architettura, quindi producendo veri e propri quadri di ceramica. La tecnica di produzione è comunque da secoli la stessa: per separare i colori si usano solchi o rilievi col metodo, nel primo caso della Corda seca, e, nel secondo, dell’aresta