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La moda dell’esotico nella nostra società

di: Adindu Kenneth, Campolmi Filippo, Pagnini Andrea, Pani Niccolò, Sodi Costanza. Classe 3G

Il giorno 22 aprile ci siamo recati al Centro di Scienze Naturale (CSN) presso Galceti, comune di Prato, dove abbiamo potuto visitare il museo di scienze naturali, il parco ambientale e il planetario.
Visitando il museo di scienze naturali, la guida ci ha fatto notare che ormai nella nostra sociètà gli animali sono una presenza costante. Quasi tutti i ragazzi hanno avuto almeno un animale nella loro infanzia, si va dal criceto alla tartaruga, dall’uccellino al cane, passando anche per il pesce e il gatto. Oltre a quelli già citati, troviamo anche animali che non provengono dalla nostra nazione, bensì da altri continenti come Asia, Africa e le Americhe. Esempi di questo tipo sono i pappagalli, i serpenti, le iguane, le tartarughe, gli scorpioni, ma possiamo trovare anche felini, rettili e mammiferi di grandi dimensioni come leoni, leopardi, coccodrilli, pitoni. I suddetti animali, definiti esotici, possono essere acquistati sia per vie legali sia attraverso quelle illegali senza avere particolari difficoltà. Così, accanto alla scelta di tenere un animale da compagnia, spesso ci sono anche ragioni più basse come vantarsi con gli amici o conoscenti di possedere animali pericolosi, vietati o addirittura in via di estinzione.
La guida ci ha raccontato due episodi accaduti a persone che tenevano in casa animali di questo genere, ora accolti nel centro di Galceti. La prima riguardava una persona che aveva in casa un leopardo, chiuso in una gabbia di ridotte dimensioni. Un giorno, non si sa come, si è liberato e per poterlo catturare sono dovute intervenire polizia e guardia forestale, che hanno multato il possessore solo per le cattive condizioni in cui viveva il felino. La seconda persona era una donna che aveva in casa un boa libero di grandi dimensioni. Mentre la padrona era distesa sul divano, le si allungava accanto cercando di prendere le misure della sua preda. La donna, comprendendo che il serpente aveva intenzione di mangiarla, ha avvertito il veterinario che, confermando la sua preoccupazione, ha portato immediatamente via il rettile.
Nel museo abbiamo avuto la possibilità di vedere anche animali  esotici come serpenti innocui, costrittori e velenosi, una tartaruga azzannatrice, un pipistrello fruttivoro, un piranha,  e una decina di iguane in un rettilario.    

Il problema maggiore riguardo agli animali di questo genere è che le persone li acquistano quando ancora sono giovani e piccoli, e mentre passa il tempo si accorgono che diventano grandi e sono alquanto difficili da gestire. Allora decidono di portarli in centri come il CSN o semplicemente di abbandonarli in un luogo qualsiasi. Questi animali ,inoltre, non possono essere riportati nei loro paesi di origine a causa di leggi internazionali e doganali. Solo in casi eccezionali sono consentiti rimpatri. 
L’abbandono in un luogo qualsiasi, oltre che essere totalmente sbagliato e vietato dalla legge, causa dei gravissimi problemi ai nostri ecosistemi perché questi animali estranei al nostro paese, entrano in competizione con le specie autoctone ed endemiche, mettendo a rischio la biodiversità. Basti pensare alle tartarughe acquatiche della Florida (Trachemys scripta elegans),  chiamate anche tartarughe dalle orecchie rosse. Queste hanno una crescita incredibile nei primi anni di vita, fatto che spesso coglie impreparati i padroni che sono costretti a liberarsene ; infatti possono passare dai 4-5 cm di lunghezza della nascita a circa 20-25 cm. Gli esemplari di questa specie stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza della tartaruga palustre europea (Emys orbicularis), poiché fanno parte della stessa nicchia ecologica e per questo motivo entrano in competizione per il cibo, luoghi di riproduzione e territorio.
Alcuni animali esotici,se nati completamente in cattività, dopo poco tempo che hanno abbandonato un ambiente, non sopravvivono perché non sono più in grado di procurarsi cibo in modo autonomo. Gli animali esotici necessitano di costanti cure e attenzioni da parte dei possessori che nella maggior parte dei casi sono persone che lavorano e possono dedicare loro del tempo solo nella serata e per non più di un’ oretta. I pappagalli per esempio sono animali molto delicati e necessitano di diverse ore di coccole giornaliere (6-7). Sono animali speciali, perché oltre a saper riprodurre qualsiasi parola sentano, sono estremamente sensibili. Si riscontra il loro sviluppo psicologico in un particolare atteggiamento, la permalosità. Alcune volte i pappagalli cadono in stati di profonda depressione, che li porta a spennarsi completamente, in certe situazioni fino alla morte.
Nella voliera del museo erano presenti pappagalli di diverse specie : cacatua, cenerino, ara, amazzone e  inseparabili. La guida ci ha spiegato che all’interno del gruppo si stabiliscono delle gerarchie che devono essere rispettate da tutti. Il pappagallo dominante era rappresentato da una cacatua (Frank), che nonostante le minori dimensioni rispetto all’ara, era riuscito ad imporsi sugli altri grazie ad un comportamento particolarmente aggressivo. La guida ci ha inoltre spiegato che se un pappagallo, inserito nella gabbia comune, riproduce qualche parola umana, questi viene letteralmente linciato dai compagni, perché considerato pazzo.


 

“Una piacevole Oasi di apprendimento a due passi dalla città”

Non tutti sono a conoscenza dell’oasi naturalistica di Galceti, nei pressi di Prato, che offre sostegno e accoglienza agli animali in difficoltà. I soggetti qui ospitati sono in cura, in riadattamento, oppure non possono più essere liberati perchè non riadattabili all'ambiente naturale. Infatti,una delle principali attività del Centro,è la cura ed il recupero degli animali selvatici. Quindi,il parco rappresenta in pratica un ospedale per animali,i quali, appena possibile, vengono "dimessi" e liberati.
Il centro dà inoltre la possibilità ai visitatori di poter osservare da vicino la tipica fauna nostrana e alcuni esemplari di specie esotiche. Il percorso naturalistico consiste anche in altre interessanti attività, quali la visione di un planetario e una passeggiata all’insegna della particolare geologia del monte Ferrato.
Il tour comincia con la parte al chiuso, dedicata alle gabbie degli animali esotici e al museo, che suscitano subito parecchio interesse, data la presenza di alcuni esemplari rari e insoliti, come la tartaruga azzannatrice e il gigantesco pitone moluro. Le storie di questi animali sono spesso simili, poiché la maggior parte di loro, dopo essere stati acquistati, sono stati
abbandonati da padroni incoscienti, andando a modificare un ecosistema del tutto estraneo al loro consueto habitat. Il problema sta dunque nell’uomo, che,  infischiandosene dell’incolumità dell’ambiente e di coloro che lo abitano, mette a rischio l’equilibrio naturale e inoltre la vita stessa dell’animale. Ultimamente in Italia è diventato quasi una moda l’acquisto di specie alloctone, importate da paesi tropicali. Lo stesso piranha,presente nell’oasi, fa parte di quel gran numero di pesci che ogni giorno è possibile ritrovare in qualsiasi negozio di acquari, e che molto spesso hanno bisogno di un trattamento particolare, ignoto però ai loro compratori. Infatti l’animale in questione, necessitava di uno spazio molto più ampio ripetto a una normale vaschetta con acqua.
Salendo le scale si giunge allo spazio dedicato all’esposizione degli animali imbalsamati, situati in due corridoi differenti. Salta agli occhi una grande varietà di volatili, insetti(in particolare farfalle)e di mammiferi piuttosto interessanti e rari.

Uscendo dallo spazio al chiuso e incamminandosi sul sentiero, è possibile fare il giro completo di tutta l’oasi, che consiste più che altro in voliere e recinti di alcuni ettari.Questi circondano un laghetto, punto di sosta di numerose migrazioni di uccelli. La visione di cinghiali maremmani, daini, cervi e caprioli, suscita entusiasmo, ma l’attrazione principale sono i corvi reali, che, disponendo della capacità di ripetere alcune parole pronunciate dagli uomini(come i pappagalli), riescono ad emettere strani versi gracchianti e addirittura qualche nome di persona.

Barbagianni, poiane, gheppi e falchi sono solo alcune delle specie di volatili che risiedono nel parco, ma queste non tolgono nulla alle numerosissime specie di tartarughe e all’enorme moltitudine di anatre e oche,delle quali è molto semplice osservare le covate.

Planetario & Rocce

Le due attività sono amministrate da due volontari del centro esperti in materia. Il Planetario,consiste in una piccola cupola emisferica, sulla quale vengono proiettate varie fasi di cieli notturni. Grazie a un programma particolare,è possibile stabilire la data e l’ora precisa in cui osservare il cielo,ingrandire o evidenziare particolari, in modo da vedere dettagliatamente determinati corpi celesti, nebulose e galassie. In particolare è esauriente la spiegazione delle differenze fra le stelle, che sono divise in giganti rosse,nane bianche e nane nere.La gigante rossa di volume maggiore rispetto a tutte le altre è Antarès,definita “Supergigante”,per le sue notevoli dimensioni(però solo 3 volte la massa del Sole).

Il giro tra le rocce, porta l’interessato visitatore alla scoperta del Monte Ferrato, uno dei pochi giacimenti di serpentino(comunemente chiamato “marmo verde di Prato”)nel mondo. Infatti per la presenza di venature nel suo profilo, è facile scambiarlo per un marmo. La presenza di questa pietra, rende più acido il terreno, sul quale crescono quindi solamente da poche piante, come il Pino Marittimo. Altre specie endemiche, sono capaci di sintetizzare i metalli pesanti presenti nel suolo. Il monte, nell’antichità, è stato abitato dall’uomo di Neanderthal per la sua favorevole posizione e anche per la sua disponibilità  di diaspro rosso, pietra facilmente lavorabile. Numerevoli sono infatti i ritrovamenti di utènsili primitivi.

Si consiglia dunque di recarsi in questo parco semplice e istruttivo, che nelle sue dimensioni limitate, riesce comunque a dare a tutti, grandi e piccini, parecchi e importanti insegnamenti.

 


 

BESTIA A CHI?
Non sempre sono gli animali le bestie…

di: Eleonora Bellocci, Lavinia Maestrini, Francesco Mauceri, Alessio Pecoraro,
Niccolò Zavaglia, CLASSE 3°  G


Nel cuore della campagna pratese, presso Galceti, sorge il Centro di Scienze Naturali, struttura di accoglienza e ricovero per animali. Il centro si occupa sia di curare animali feriti e ospitarli fino al reinserimento nel loro habitat naturale, sia di dare un alloggio ad alcune specie esotiche. 
Il processo di riadattamento prevede che gli animali entrino lentamente in contatto con quello che poi sarà il loro ambiente,  aiutati in questa fase dagli operatori del centro. Così è per i caprioli che dopo un lungo e faticoso periodo vengono mandati in varie aree naturalistiche in Trentino, perché senza la protezione di un parco sarebbero abbattuti a causa del loro sovraffollamento.

fotoMa ci sono anche delle specie che purtroppo devono rimanere all’interno del centro come i cinghiali maremmani, specie in via di estinzione, cervi e daini e un gran numero di uccelli, come per esempio il corvo imperiale, l’oca egiziana, il pavone, il falco pellegrino, la poiana e molti altri che ormai sradicati dal loro ambiente, oppure per i traumi subiti, sarebbero incapaci di vivere in libertà.
Attrattiva importante dell’oasi è il museo in cui sono accolti alcuni animali esotici e in cui sono conservati gli animali mummificati. L’arrivo di ognuno di questi esemplari al centro nasconde una storia curiosa: un pitone è stato portato dalla sua padrona  fotoperché si allungava accanto a lei sul divano per prendere le misure e mangiarsela!  C’è uno scorpione del deserto importato per caso in una cassetta degli attrezzi da una ditta di Montemurlo, troviamo poi una tartaruga azzannatrice, ritrovata nel Bisenzio, o un piranha portato da un ragazzino. Ma la storia più curiosa è quella di un mago che aveva acquistato un ghepardo e lo aveva affidato ai suoi figli. Ma il ghepardo aveva imparato a liberarsi dalla gabbia, e girava a piede libero in casa. I figli, spaventati, avevano chiamato aiuto  e con molta difficoltà l’animale è stato catturato. Benché importare specie esotiche sia illegale, la multa inflitta  al padrone è stata irrisoria, rispetto all’effettiva gravità del fatto.  Questi episodi sono il risultato di comportamenti irresponsabili di persone che dicono di essere amanti degli animali, ma in realtà li fanno vivere in un ambiente ristretto e inadatto alle loro esigenze. Inoltre, come è successo nel caso del mago, gli animali importati illegalmente e poi scoperti, non possono essere riportati nel loro paese di provenienza a causa di problemi burocratici ed economici.   Quindi se a qualcosa è servito veramente questo contatto diretto con animali espiantati dal loro habitat, è per imparare quale comportamento tenere nei loro confronti.

Senza voler togliere niente al merito del centro nel curare gli animali, ci è sembrato triste osservare quanto siano piccole le teche in cui sono custoditi questi  esemplari, come un serpente che pur di muoversi cercava di arrampicarsi sul vetro. Altra nota di demerito va alla parte dedicata agli animali mummificati. Lo spettacolo di animali morti, modellati dall’imbalsamatore  in posizioni apparentemente naturali, è di cattivo gusto,  soprattutto perché non ti aspetteresti di trovare una tale collezione in una clinica per animali.

Ma al centro ci sono anche altre attività interessanti, come il planetario che permette un’immersione virtuale nell’universo o il percorso geologico fra le rocce tipiche del Monteferrato, fra cui il serpentino verde usato nelle architettura toscane o piu’ precisamente ofiolite. Tipico del Monteferrato è anche l’uomo musteriano, che ha abitato quelle zone e ha lasciato delle importanti testimonianze. In conclusione, benché il centro non presenti chissà quale varietà di specie, è consigliabile una visita per imparare il rispetto verso gli animali.

 

 


 


 

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