L'età dell'individualismo

 È in un contesto di "individualismo di massa" che va interpretato il dibattito sulle questioni della bioetica che ha aspetti di carattere scientifico, relativamente ai mezzi, ma anche e soprattutto aspetti di tipo morale, sociale e culturale relativamente ai principi, ai valori e ai fini. Le stesse religioni esercitano una forza di attrazione non più nel sistema di valori che propongono ma nel senso estetico che esprimono: "Quel che attrae, nella religione, è l'aura di sublimità, di bellezza di poesia. A questo punto, di una fede si può fare a meno: anche il non credente può benissimo immergersi nel flusso dei simboli e delle figure, delle metafore, delle immagini e delle parole che hanno attraversato i secoli. Anzi, accade che il non credente, proprio perché non aderendo alla parte concretamente storica, e quindi sociale ed anche istituzionale di una religione, non si sporca né le mani né la coscienza, ma s'innalza a ciò che supera tutte, alla purezza che trascende la pesantezza della storia nello splendore di ciò che è eccelso e indicibile". (S. Quinzio, Contro la nuova religione, in Leggere 21, 1990, p. 7).

Il carattere etico più comune che emerge da questo contesto, in cui è prevalente un certo materialismo (attribuzione di valore a ciò che è materiale, concreto e misurabile) e un diffuso edonismo (ricerca del proprio piacere fine a se stesso), è un confuso utilitarismo che considera bene ciò che risulta utile all'individuo, ciò che è funzionale al raggiungimento più immediato e rapido possibile del benessere personale.

 

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